Primo Itinerario di Archeologia Industriale:
La bassa Val di Susa,
parte seconda


Il punto di partenza dell'itinerario è Torino, città ricca di una archeologia industriale difficile da leggere distintamente a causa delle continue sostituzioni di nuove alle vecchie realtà.

Villaggio Operaio Leumann a Collegno:

Un caso in cui un monumento industriale ci è pervenuto con sufficienti caratteri di fedeltà alla fisionomia originaria è quello del villaggio operaio Leumann a Collegno, che si trova proprio sulla statale 24 per la Val di Susa.
Costruito dal 1896 al 1925 su un' area totale di 35.000 mq, fu voluto da Napoleone Leumann che nel 1875 aveva qui impiantato un' importante fabbrica tessile, oggi ampiamente ristrutturata e frazionata a diverse destinazioni commerciali e produttive.

Come altre azioni di paternalismo aziendale il villaggio comprendeva oltre alle casette operaie con giardino,una chiesa dall'architettura eclettica,scuola ed asilo l'ambulatorio,la mensa,uno sport club, uno spaccio e altri servizi.

Oggi il villaggio costituisce l'unico segno storico di una periferia di recente formazione che ha annullato le caratteristiche ambientali in cui esso si collocava originariamente; curiosamente questo prodotto di una concezione totalizzante del rapporto tra lavoratore e azienda consente oggi una condizione abitativa molto meno soffocante di quanto sia offerto dall'attuale hinterland torinese.

Per incontrare il primo monumento industriale di questo itinerario occorrere passare per Rivoli alla volta di La Ferriera.
Qui si trova la ex Ferriera Vandel, ora stabilimento Teksid - Fiat, fondata nel 1890 da una famiglia di imprenditori francesi: produceva chiodi da scarpe,filo di ferro e altri oggetti utilizzando come materia prima la ghisa.
Ciò che più interessa dal punto di vista dell'archeologia industriale è anche in questo caso il villaggio operaio, realizzato in origine per alloggiare la manodopera specializzata francese qui trasferita con i propri nuclei familiari.

Il villaggio è organizzato su due assi ortogonali:

sulla prima direttrice le case operaie, dall'essenziale struttura a tre piani ispirata ai modelli di Mulhouse e Berlino;

sulla seconda, coincidente con la strada statale 25, le abitazioni dei proprietari e degli impiegati, stilisticamente più ricercate.

Quello dell'edilizia aziendale è uno dei filoni ricorrenti nella archeologia industriale in Val di Susa.
Ne ritroviamo immediatamente altri elementi a Sant'Ambrogio intorno all'ex maglificio fratelli Bosio.

Sul percorso si saranno incontrate nel frattempo, le rovine del dinamitificio Nobel di Avigliana le cui strutture più antiche risalgono al 1873 e sono visibili sulle alture alle spalle della stazione ferroviaria.

A Sant'Ambrogio presso lo scalo ferroviario si ripropone, un rapporto diretto tra la residenza degli imprenditori la cui abitazione è oggi il municipio e il complesso produttivo della fabbrica, costruita a partire dal 1871 in uno stile vicino a certi sviluppi modernisti dell'architettura eclettica europea e con un gusto spiccato per i valori cromatici dei materiali. Si inseriscono armonicamente nel vecchio complesso gli ampliamenti dei 1924, con la torretta in mattoni affacciata sulla statale che segnala la fabbrica ai viaggiatori.
E ancora case operaie, questa volta secondo la più austera tipologia del casermone, a Condove. Qui l'insediamento produttivo da visitare è quello delle officine Moncenisio ex Bauchiero risalente al 1906: e anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un esempio di edilizia aziendale evidentemente attenta al problema della propria immagine.

Lo si può verificare nel fronte con l'ingresso principale e gli uffici, caratterizzato da una certa ricercatezza formale e da un elegante accostamento di materiali.

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